AVEVAMO GRANDEMENTE SPERATO IN BARACK OBAMA DEL
CORAGGIO CHE, PURTROPPO, NON HA MAI DIMOSTRATO
Circa 1 anno
prima della sua elezione, 4 novembre 2008, avevo scritto una lettera aperta a
Barack Obama, pubblicata in Internet e ripresa da molta stampa e tradotta in
molti idiomi. Indirizzavo tale lettera al "Signor Presidente" molto
prima che fosse ufficialmente eletto e gli assicuravo la sua elezione
confermatami da molti "amici" in varie contrade internazionali.
Si sperava che
"l'Uomo Nuovo" fosse all'altezza del suo compito e sapesse affrontare
con coraggio e determinazione l'applicazione delle sue promesse e dimostrasse
assoluta lealtà nei confronti dei suoi elettori e di quanti nel mondo intero,
me compreso, vedevano in lui il Presidente Super Partes !
Cosi' non è stato
né lo sarà, se mai dovesse essere rieletto . Ho impiegato tutte le mie forze, le
mie finanze ed i miei amici per farlo eleggere. Questa volta faro' in modo che
torni a Chicago a fare l'avvocato che, forse, saprà fare meglio.
I primi di
ottobre 1991 inviai un Fax come “atto pubblico” ovvero come atto giuridicamente
valido all'allora Procuratore Generale della Repubblica di Roma e la copia di
questo documento con annessa la “certificazione e notifica pubblica”, fu spedita
a molte altre autorità di giustizia e di Governo, ivi compresi i Presidenti
della Camera dei Deputati e del Senato, nonché alla personale attenzione
dell'ambasciatore degli USA cosi’ come alle Rappresentanze Diplomatiche in Italia
di altre nazioni. A tale scopo fu utilizzato uno speciale Ufficio Fax del Centro
Posta di San Silvetro, Roma.
In questo
documento rivelavo che un folto gruppo di estremisti mussulmani stava
preparando un attentato negli USA con l'intenzione di abbattere dei grattacieli
con degli aerei carichi di esplosivi.
Questa notizia
proveniva dal Ministero della Difesa e se non erro dal Col. Giovannone, del
SISMI. Non sapevo in quale luogo degli USA sarebbe avvenuto l'attacco. Due mesi
aver spedito tale “innocuo documento” la magistratura italiana e l’arma dei
Carabinieri emisero un mandato di cattura internazionale tramite l'Interpol
accompagnato da una autorizzazione del Giudice Cherubini di Roma ad internarmi
in un "centro psichiatrico, sottoposto obbligatoriamente ad elettrochoc ed
alla assunzione forzata di psicofarmaci !”.
Mi salvai
espatriando in Francia. Da Nizza, dove vivevo, spedii una lettera raccomandata
con avviso di ritorno dall'Ufficio Postale di Piazza Wilson ad una certa
signora Hillary Rodham all'indirizzo White House, 1600 Pennsylvania Avenue NW
Washington, DC 20500. Questa “signora” non aveva alcuna carica politica o d’interesse
publico.
La raccomandata
conteneva sia la copia dell’ "Atto Pubblico" spedito da Roma e sia un
microfilm. Rosario Priore, molto tempo
dopo, fece sequestrare la ricevuta francese della raccomandata e fece
sequestrare gli originali dei documenti in mio possesso, in parte riguardanti l’abbattimento
di un aereo civile sui cieli di Ustica ed in parte il caccia libico coinvolto
nella vicenda della morte d’innocenti cittadini.
Questi miei
"ex originali" mi furono restituiti dal giudice corretti, modificati
e firmati, in ogni pagina, da una mia firma falsa.
Il partito
Democratico USA, poi lo stesso Obama da me informato, la magistratura italiana ed uomini di governo
in Italia, sapevano da almeno 10 anni di quel che sarebbe accaduto in quel
maledetto settembre 2001. Mi illudevo che Obama "coraggiosamente",
tirasse fuori la verità e le responsabilità di tante morti innocenti.
Al contrario Obama
ha dimostrato la sua viltà e la pochezza del suo essere "l'Uomo
Nuovo" che si presentava come la speranza di un mondo migliore".
Oramai da molti
anni faccio il Rifugiato Politico protetto dall'ONU a Ginevra, poiché gli
italiani di valore, democraticamente, fanno a gara per spararmi ed organizzare
incidenti mortali dai quali sino ad oggi sono uscito quasi vivo. Grazie per
avermi dato la possibilità di dire anche la mia.