Alessandro Vanno de’ Vanni
Petizione diretta al Parlamento Europeo
Io sottoscritto Alessandro Vanno de’ Principi Vanni, Marchese di Roccabianca, cittadino italiano, nato a Roma il 17 dicembre 1941 e residente in Svizzera, Ginevra, sin dal 15 marzo dell’anno 2000, nella mia qualità di
Rifugiato Politico italiano
sottopongo al Parlamento Europeo per il tramite del suo Presidente Hans-Gert Pöttinger, la presente petizione, seguendo i dettami indicati dalla stessa Unione Europea e che chiedo sia resa di pubblico dominio, oltre ad essere trasmessa a tutti i signori parlamentari, nelle loro lingue nazionali ovvero nelle lingue ufficiali della U.E., presenti nel Parlamento Europeo.
Preciso meglio il mio status, poiché la mia attuale condizione non è corrispondente al diritto internazionale, previsto dalle Convenzioni delle Nazioni Unite e della Unione Europea. Infatti, nella realtà oggettiva il mio status è da equipararsi a quello di prigioniero nella Confederazione Elvetica, poiché da questa sono stato privato, sin dal mio arrivo ovvero da ben sette anni, di ogni identita, di ogni documento personale, del passaporto e della carta d’identità. La Svizzera, in documenti ufficiali, dichiara che la mia nazionalità è “sconosciuta” ed il luogo della mia nascita è “ignoto” .
La Svizzera, impedendomi ogni movimento, ogni libertà, spogliandomi di ogni diritto sociale ed umano, tenendomi sotto il piu’ stretto controllo da parte della polizia e dei suoi servizi d’intelligence, nonostante sia sposato con una cittadina degli Stati Uniti d’America nonché cittadina Elvetica e quindi con diritti nazionali da me automaticamente acquisibili, con ogni probabilità intende favorire il Governo ed i Servizi Segreti della vicina Italia al fine di occultare le dirette ed incontrovertibili complicità e responsabilità dell’Arma dei Carabinieri e di altri apparati dello Stato italiano in vicende di terrorismo e di stragi programmate, demandate oppure eseguite direttamente, come quella della Stazione di Bologna.
Dette stragi ed i loro responsabili, furono da me inutilmente denunciate alla magistratura ed alle massime autorità istituzionali italiane, con atti pubblici notificati ai diversi destinatari per il tramite della Corte di Appello di Roma. Chiarisco che nessuno mi ha mai accusato dei reati di “calunnie aggravate per accuse di omicidio” e di altri gravi delitti penali, facendomi rischiare la condanna della prigione a vita. Nessuna autorità pubblica ha mai negato la veridicità delle mie accuse e nessun magistrato ha mai agito, nonostante l’azione penale, in Italia, sia assolutamente obbligatoria e nel caso riferito, essa sia automatica : e per il denunciatore e per i criminali denunciati .
Tra quanti furono i destinatari degli “atti notificati” da me inviati, vi erano necessariamente anche i vari Presidenti delle Camere e del Senato, succedutisi negli anni, partendo dal 1984/5 sino alla data della mia fuga dall’Italia nel marzo 2000.
Tra costoro vi erano Giorgio Napolitano, oggi Presidente della Repubblica, piuttosto che Enrico Berlingue e la sua segretaria Maria (?), Oscar Luigi Scalfaro piuttosto che Bettino Craxi o Claudio Martelli od anche Silvio Berlusconi, piuttosto che numerosissimi Ministri della Giustizia e dell’Interno, la quasi totalità in carica in quegli anni. Gli eventi vissuti in prima persona e dichiarati in atti, tutti documentati, sono stati la causa prima delle persecuzioni, delle torture e degli attentati alla mia vita, da me subite in Italia e successivamente ragione della mia fuga e successiva richiesta di “asilo” alla Svizzera.
Chiarisco che sin dal 1978 ho fatto parte di una struttura riservata dello Stato italiano, denominata “SuperSismi” e di essere stato in strettissimi rapporti con vari Ministri della Difesa e vari Capi di Stato Maggiore, per il tramite del Vice Capo di Gabinetto della Difesa, Generale Francesco Pugliese, al quale ero stato presentato e garantito dal Governo di una nazione facente parte del Patto Atlantico o NATO. Con mio grande orgoglio sono stato colui che ha promosso ed organizzato la protezione dei militari “Bersaglieri” italiani facenti parte dell Forza Multinazionale di Pace dell’ONU, inviate in Libano nell’estate del 1983 ma sono anche uno tra coloro che avvertirono della preparazione dell’attentato ai Marines USA (circa 250 morti sul campo, altri successivamente e moltissimi feriti gravi) e dei Paracadutisti della Legione Straniera, Francia (circa 60 morti sul campo. Idem come per gli USA). Nel mio caso l’avvertimento avvenne consegnando un documento scritto in italiano da parte di una autorità Libanese e consegnato all’allora Ministro della Difesa in carica ed al Capo di Stato Maggiore. Evento che riferii al Generale Comandante dei Cappellani Militari, il quale potrà riferirne, intimo della mia famiglia, poi divenuto Arcivescovo di Siena ma che riferii e documentai successivamente alla CNN/USA sede di Roma.
Nulla potendo per potermi lecitamente e legalmente opporre agli abusi dei quali sono vittima da ben sette anni, prevaricazioni contrarie alla Convenzione di Roma del 1950, instituente i Diritti Umani dei cittadini della nascente Unione Europea e dalla stessa Svizzera ratificata con tutte le sue modifiche aggiornate, mi sono rivolto al Presidente del Parlamento Europeo, il Signor Hans-Gert Pöttinger, a mezzo lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, spedita da Annecy, Haut Savoie, Francia, in data 25 aprile 2007. La lettera era anche indirizzata al Presidente del Comitato dei Ministri degli Esteri del Consiglio d’Europa, al suo Segretario Generale Mister Terry Davis, alla sua Vice Madame Maud de Boer-Buquicchio ed al Presidente della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo il francese Jean-Paul Costa. A quest’ultimo e per suo tramite, alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, chiedevo l’apertura di un dossier a mio nome contro la Confederazione Elvetica, per “omesso rispetto dei diritti umani” e molto altro.
Corrispondenze, le mie, interamente notificate a mezzo lettere raccomandate con avviso di ricezione.
Contemporaneamente alle sopra ricordate mie comunicazioni, ho informato della mia condizione e del mio “stato di prigioniero senza processo impostomi dalla Svizzera”, anche il Presidente de l’Assembla Parlamentare del Consiglio d’Europe (APCE), il Segretario Generale dell’Assemblea Mister Mateo Sorinas Balfegó, i Presidenti ed i Vice Presidenti di tutte le Commissioni instituite ed operative in seno all’Unione Europea ed al Consiglio d’Europa ed a mezzo corrispondenza normale tutti, indistintamente, i rappresentanti delle nazioni facenti parte del Consiglio dell’ Europa e singolarmente ogni loro Ministro degli Esteri, escludendo da tali comunicazioni gli Alti Rappresentanti dell’Italia e della Svizzera.
Nessuno mi ha degnato di una risposta, cosi’ come nessuno ha avuto il coraggio e la responsabilità di contestare i fatti da me documentati. Documenti e prove a me pervenuti poiché a me spediti dalle istituzioni svizzere, scritti su fogli intestati “Confederazione Elvetica”, a firma dei vari funzionari.
Nessun Alto Rappresentante della Unione Europea ha, per esempio, contestato la mia denuncia nei confronti di due giudici componenti la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, i quali dovrebbero come minimo essere cautelativamente sospesi dai loro incarichi non essendo, queste persone, compatibili con le funzioni di “terzietà, giustizia e serietà” richieste dal loro Alto Incarico e da me, come sopra ricordato, inutilmente denunciate, poiché con me in contatto e da me negativamente conosciute.
Nessuno ha tenuto conto che il signor Dick Marti, presidente di una delle tante ed inutili “commissioni” dei diritti dell’uomo dell’Unione Europea, mentiva e mente spudoratamente, poiché la stessa Svizzera, ove il Marti ricopre altissime cariche pubbliche, si è resa responsabile di “cattura e rinvio anonimo di cittadini stranieri richiedenti asilo in territorio svizzero”. Le modalità di tali catture, investiva ed investe innumerevoli persone ed istituzioni, come ad esempio l’Assicurazione contro le Malattie Helsana SA (obbligatoria in Svizzera anche per chi non possiede documenti o dichiara dati falsi. La Helsana è controllata dal Governo Confederale, quindi doppiamente complici nei fatti descritti) e/o come la Fondazione Fareas del Cantone di Vaud. Questi individui rapiti dalla Svizzera, colpevoli di essere mussulmani, vengono spediti nei loro probabili paesi, ossia nelle nazioni falsamente dichiarate, per poi “scomparire” e magari essere uccisi. Marti e l’Unione Europea biasimano gli USA e Guantanamo. Senza Vergogna ! Dovrebbero guardare “il palo conficcato nei loro occhi” e non la “pagliuzza” negli occhi dell’America, la quale ha sofferto tanta distruzione e tanti morti. Salvo non siano in accordi tra di loro, per gabbare il “mondo” illudendolo di una “giustizia inesistente”.
La copia della stessa lettera e relativi documenti allegati portanti l’intestazione della Confederazione Elvetica e spedita da Annecy, Francia, il 25 aprile 2007, al Presidente del Parlamento Europeo, Hans-Gert Pöttingen, è stata da me inviata a mezzo corrispondenza semplice a tutti i piu’ alti rappresentanti dello stesso Parlamento Europeo, ivi compresa la Signora Angela Merkel nella sua qualità di Presidente di Turno della Unione Europea e, provocatoriamente, a tutti i rapresentanti italiani del Parlamento Europeo. Come facilmente prevedibile, anch’essi si sono nascosti dietro un dito, come è costume tra gl’italiani vigliacchi, corrotti ed incapaci.
Al popolo della Confederazione Elvetica e non già ai suoi rappresentanti e/o al suo Governo, nei primi giorni del 2001 indirizzando un documento alla Signora Ruth Dreyfuss, allora Ministro dell’Interno e della Salute, facevo dono dei miei ultratrentennali studii sugli effetti curativi della n-acetilcisteina, per la cura di malattie ancora oggi ritenute incurabili, sulle modalità della sua somministrazione ed abbinamento ad altre molecole farmacologiche, nonché sulla serie di sperimentazioni. La ragione di tale mio dono, senza alcuna contropartita a mio favore, era indirizzato alla gente svizzera in segno di gratitudine per la protezione che credevo mi fosse stata concessa dal loro governo e d’altra parte per rendere disponibile un mezzo di cura e guarigione, gratuitamente, a chiunque nel mondo ne avesse avuto bisogno.
La Svizzera ed in particolare la signora Dreyfuss, rifiutava con una inopportuna lettera, la mia offerta mentre contemporaneamente avvertiva le autorità italiane dei miei studii, “forse da me sottratti a dei centri di ricerca medica”. Furbescamente, l’Italia ha ottenuto la pubblicazione internazionale di studii sulla n-acetilcisteina, eseguiti da parte di una “clinica privata di Milano” nella quale è interessato il “gruppo” di Silvio Berlusconi e che ha recentemente pubblicato nella prestigiosa The New England Journal of Medicine, volume 345:2773-2782, June 29-2006, Number 26. Abstract: N-Acetylcysteine and Contrast-Induced Nephropathy in Primary-Angioplasty la sintesi delle sue e mie ricerche. Traendone giusto prestigio, ingiusto guadagno e danno per l’umanità intera oltre che per il popolo svizzero, destinatario del mio dono.
Mentre io sono ignorato e derubato e non cerco né gloria, né danaro ma mi preoccupo della vita e del benessere dei miei simili, la Svizzera fa il “favore” agl’italiani. In cambio di cosa ? Forse la Signora Dreyfuss o i “7 nani” del Consiglio Federale hanno tratto vantaggi per loro stessi o per la “piccola ed indifesa Svizzera” ?
Per tutto quanto sopra preliminarmente esposto, a chiarimento e diritto a che la presente mia Petizione sia accolta e resa di pubblico dominio, nell’interesse di 500 milioni di cittadini europei,
CHIEDO
Che le persone nominate e facenti parte dell’Unione Europea, cosi’ come del Consiglio d’Europa e/o di ogni altra istituzione sovranazionale Europea, alle quali ho inviato i documenti comprovanti la mia illecita condizione di “prigioniero” in Svizzera, qualunque sia l’incarico da questi svolto, tali persone siano allontanati dalle loro cariche con biasimo pubblico e che le Istituzioni Europee dibattano del mio caso, nelle opportune sedi, nell’interesse generale di chiunque si trovi nella “disperata condizione di richiedente asilo”.
Chiedo che la Svizzera sia sospesa dal Consiglio d’Europa e da ogni altro consesso internazionale, sin quando tale paese non si sarà omologato agli obblighi imposti dalla Convenzione di Roma del 1950 e successive Ratifiche.
In fede
Alessandro Vanno de’ Vanni
Ginevra, 17 giugno 2007
P.S. Il Presidente Pöttinger, se lo vorrà, potrà delucidare ai membri del Parlamento Europeo che fine fanno in Europa i bambini rapiti e che a migliaia scompaiono ogni anno, svaniti nel nulla. La maggior parte di loro non è morta, ma è stata rapita e venduta per rifornire gli Harem di ricchi pervertiti, senza alcuna religione o etica umana.
Le autorità italiane, da me avvertite con tanto di documenti, mi risposero che quello era il “...prezzo per non subire attentati terroristici ed ottenere l’energia necessaria (petrolio) per far marciare l’economia, la quale oggi è in via di trasferimento in Cina, India ed ovunque alberghi la miseria.
Signor Pöttinger, perché si continuano a rapire i nostri figli e lei non fa niente ?
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