jeudi 30 juillet 2009

BAMBINI RAPITI AI GENITORI

Ginevra, il 22 marzo 2008
AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DEI MINORI DI ROMA, ITALIA.
AL SIGNOR PROCURATORE GENERALE DELLA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE, ROMA ITALIA.
ALLA TOTALITA’ DEI MEMBRI DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL PARLAMENTO DELLA REPUBBLICA, ROMA ITALIA. AL SIGNOR PRESIDENTE DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO DI STRASBURGO, FRANCIA. ALLA FONDAZIONE SVIZZERA DI SERVIZIO SOCIALE INTERNAZIONALE DI GINEVRA ATTO DI RICORSO INDIRETTO A FRONTE DEL DECRETO N.7396/07 DEL 13.12.2007 EMESSO DAL TRIBUNALE DEI MINORI DI ROMA, ITALIA E RICHIESTA AGLI ALTI RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI NOMINATE DI VOLER PRENDERE ATTO SPECIFICO DEL PRESENTE DOCUMENTO/ATTO DEFINITO DALLA STESSA SCRIVENTE QUALE « INDIRETTO » NON ESSENDO IL DESTINATARIO DI DETTO DECRETO GIUDIZIALE NELLA CONDIZIONE GIURIDICA DI POTERSI DIRETTAMENTE OPPORRE ALLO STESSO.

Atto di denuncia dei nominati in complicità per stragi ed omicidi.
Io sottoscritta Manuela Birgit Vanno de’ Vanni di Roccabianca nata Dahm, a Berlino RFT il 20 maggio 1943, cittadina degli Stati Uniti d’America e della Confederazione Elvetica, residente in Svizzera, nella città di Ginevra, in Avenue de Bel-Air 47a, 1225 Chêne-Bourg, nella mia qualità di PROCURATRICE GENERALE ET ALTER EGO del prof. Alessandro Vanno, mio marito, nato a Roma il 17 dicembre 1941, residente presso la mia abitazione all’indirizzo sopra ricordato, a suo nome e conto e nella sua qualità di “rifugiato politico italiano” sotto la protezione delle Nazioni Unite e dell’Alto Commissariato per i Rifugiati di Ginevra, secondo quanto previsto dal Diritto Internazionale e nazionale elvetico e riconosciuto, il nominato Alessandro Vanno, come rifugiato dopo un attento controllo dei documenti e delle prove dallo stesso Alessandro Vanno depositate presso le sedi delle Autorità Internazionali e da queste vagliate e convalidate ed essendo allo stesso Alessandro Vanno vietato per legge, ogni e qualsiasi rapporto diretto con le autorità del proprio paese, nella mia qualità di Procuratore Generale del prof. Alessandro Vanno, giusta Procura rilasciata dallo Studio Notarile Dr Karim Messali in data 17 aprile 2002 regolarmente convalidata dalle autorità svizzere in data 18 aprile 2002 al Repertorio numero 4015, mi pregio presentare ricorso a suo nome ed in sua vece avverso il ricordato decreto di cui l’oggetto, che verrà da me depositato per il tramite del Signor Console Generale d’Italia a Ginevra, in assenza di un “rappresentante e difensore tecnico-giuridico” che sia in grado di assistere e proteggere i diritti del ricorrente Alessandro Vanno e della propria figlia minore Laetitia Theodora, non essendo io Procuratore in grado di comprendere la complessità delle leggi federali e cantonali svizzere in rapporto al Diritto Internazionale dominante nel caso in esame.
Il prof. Alessandro Vanno, nella sua qualità di padre della giovane adolescente Laetitia Theodora Vanno, nata a Roma il 27 novembre 1994, per mio tramite dichiara sotto la propria responsabilità civile e penale che gli atti e relative dichiarazioni di cui il decreto del Tribunale dei Minori, a firma congiunta di :
Simonetta Matone, procuratore della Repubblica (?)
Roberto Iannello presidente relatore
Alessandro Sorge giudice
Ermanno Tarsitani giudice onorario
Marisa Fragasso giudice onorario
sono assolutamente, volutamente e premeditatamente falsi e nulla hanno a che vedere con la realtà oggettiva e documentalmente dimostrabile del rapporto esistente tra il genitore Alessandro Vanno e la propria figlia Laetitia Theodora. Infatti ed in sintesi, i rappresentanti del Tribunale dei Minori di Roma dichiarano, asseriscono e sottoscrivono l’ «ordinanza» in oggetto, ignorando le Convenzioni Internazionali per la tutela dei bambini e dei minori in generale, le numerose sentenze di ferma condanna emesse dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo contro i Tribunali per i Minori e la recente legge n. 54/2006 modificativa dell’articolo 150 e seguenti del Codice Civile e senza tenere conto, detto Tribunale dei Minori di Roma :
A - che il genitore Alessandro Vanno, per i sopranominati procuratori e giudici, risulta essere “irreperibile”, mentre l’atto di cui l’oggetto gli viene regolarmente notificato a Ginevra in data 29 febbraio 2008 per il tramite del Consolato Generale d’Italia ed è, quindi, evidente la sua reperibilità, cosi’ come lo stesso prof. A.Vanno si è sempre reso reperibile in passato, nell’interesse primario della propria figlia minore nonostante tale « reperibilità » lo ponesse in serio e grave pericolo di vita ;
B - che il Consolato Generale di Ginevra ha sempre avuto contatti con il genitore Alessandro Vanno ;
C - che il Consolato Generale d’Italia, « motu proprio », nel mese di ottobre del 2007 ha inviato ai Servizi Centrali d’Anagrafe del Comune di Roma il certificato di matrimonio tra la scrivente Procuratrice ed il prof. Alessandro Vanno, che lo stesso Consolato Generale di Ginevra aveva richiesto, mesi prima, ai Servizi di Anagrafe della Città di Ginevra-Carouge, evidenziando il Consolato italiano, la residenza obbligatoria in conseguenza del suo « status internazionale di rifugiato» in Svizzera ;
D - che Simonetta Matone ( ?), Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Roma, alcuni mesi prima di riunire in Camera di Consiglio i magistrati che hanno emesso il decreto di cui l’oggetto, aveva tentato di agire ai danni del prof. Alessandro Vanno accusandolo di gravissimi reati penali compiuti in Svizzera ( minacce di morte ai danni di alcuni bambini!), chiedendo ed ottenendo addirittura l’intervento dell’Interpol al fine di poter ignorare gli obblighi di legge ricadenti sulla stessa ed il suo dovere di dover avvertire in Italia il Ministero di Grazia e Giustizia (atti relativi a disposizione presso il Signor Procuratore Generale di Ginevra e presso la stessa Procuratrice del prof.A.Vanno). L’estensore degli atti di questa falsa denuncia ai danni del prof.Vanno fu tale Benedetto Toscanelli, abitante a Worb, nel Cantone di Berna, di professione spia dei Servizi Segreti Militari italiani, informatore delle autorità svizzere e malauguratamente, fratellastro della giovane Laetitia Theodora e figlio maggiore di Carla Scena, madre della bambina e ricorrente avanti il Tribunale dei Minori di Roma emettrice del decreto in oggetto;
E - che le autorità svizzere, ai piu’ alti livelli, hanno indagato sulla veridicità delle accuse mosse ai danni del prof.Alessandro Vanno, dimostrandone l’infondatezza e la volontaria falsità e rinviando a giudizio penale presso il Tribuanle di Schlosswil-Berna, lo stesso Benedetto Toscanelli per calunnia aggravata , minacce ed altro ai danni del prof. Alessandro Vanno;
F - che la rappresentante dello Stato italiano, Simonetta Matone( ?) è sempre stata informata degli eventi che essa stessa aveva promosso a livello italiano ed internazionale, con la collaborazione della ricordata Carla Scena e del figlio Benedetto Toscanelli e che conosceva documentalmente dove e come reperire il genitore Alessandro Vanno, prima e dopo la pronuncia del decreto di « decadenza della patria potestà » la cui concausa era ed è la sua « inventata irreperibilità » riferita nel detto decreto ;
G - che in qualsiasi momento il Tribunale dei Minori di Roma o chi per esso, avrebbe potuto connettersi con dei « motori di ricerca » su Internet dove, ad esempio su Google, semplicemente digitando il nome di Alessandro Vanno o vannodevanni o simili, avrebbe potuto leggere gli accorati messaggi che il prof.Alessandro Vanno da anni indirizza alla prorpia figlia, unendovi il proprio indirizzo e ogni altra indicazione affinché la giovane adolescente fosse stata in grado di identificare il padre.
Da tutto quanto sopra sinteticamente ricordato e documentato, il Tribunale per i Minori di Roma ed i suoi rappresentanti, firmatari del decreto in oggetto, mentono non già per incapacità professionale, o per imbecillità manifesta, piuttosto che per superficialità ed indifferenza al male che il loro decreto ha generato nei confronti del genitore Alessandro Vanno e della propria figlia adolescente Laetitia Theodora ma semplicemente perché la loro vera intenzione e la spiegazione del loro pluriennale accanimento persecutorio ai danni del prof.Alessandro Vanno (del Tribunale e dei suoi corrotti magistrati) è la loro criminale volontà di occultare le pesanti responsabilità dell’Arma dei Carabinieri e di « Alte Autorità dello Stato italiano » per aver studiato, pianificato ed eseguito e/o fatto eseguire numerose stragi dette di « Stato » quali quella della Stazione di Bologna e negli ultimi tempi, in accordi con il Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, fatto eseguire l’omicidio premeditato dei poveri e nobili soldati italiani caduti a Nassirija, in Irak, per far apparire agli occhi del mondo il « sacrificio » del popolo italiano alla causa antiterrorista e di obbedienza agli USA.
In altra parte del « suo decreto », il Tribunale dei Minori attesta che la figlia del prof.Vanno Laetitia, da lungo tempo non ha rapporti con il proprio padre. Cio’ è vero per la semplice ragione che la madre ha sempre impedito i rapporti tra le parti in causa, vietando le conversazioni telefoniche sino a giungere alla aberrazione che il numero telefonico « riservato » 06-5681879 intestato a Carla Scena, è stato probabilmente bloccato, poiché oramai da anni non da alcun segnale se chiamato dalla Svizzera.
La detta Carla Scena, ascoltata con tanto sospetto interesse dal procuratore della repubblica Simonetta Matone e dal Tribunale dei Minori, non dice che la stessa ha sempre impedito ogni contatto tra padre e figlia, sin dalla sua nascita. Sarebbe sufficiente interrogare i medici, le ostetriche e le infermiere e gl’infermieri presenti in sala parto la notte del 27 novembre 1994, quando il padre prese per primo e per unico tra le sue braccia la figlia, rifiutata dalla madre, sin dal momento del suo concepimento.
Nei primi giorni di settembre 1993, presso il Consolato d’Italia di Nice-Cote d’Azur in Francia, la ricordata e « nobile madre » voleva abortire di una prima gestazione e per impedire questo infanticidio fu stabilito tra il prof. Alessandro Vanno e la futura madre Carla Scena, un contratto notarile avanti il Signor Console d’Italia in Francia, con il quale si stabiliva un ingente premio in danaro alla stessa Scena se avesse portato a termine la gestazione, rinunciando all’aborto.
Apparentemente il feto da cui si origino’ il contratto fu espulso per cause naturali (autoaborto) ma detto contratto rimase in essere per la successiva gestazione che avrebbe dato la luce la figlia amatissima del prof. A. Vanno.
Il danaro versato è rintracciabile nei conti correnti della stessa Scena e della sua famiglia, in Subiaco di Roma e che consenti’ agli stessi di portare a termine la costruzione di una sontuosa villa a piu’ piani ed a piu’ appartamenti oggi utilizzata dalla Scena e dai figli Toscanelli.
Dovrebbe valere il principio della età del prof. A.Vanno, circa 70 anni, per comprendere che il Tribunale dei Minori d Roma ne vuole la morte ma anche impedirgli di consegnare alla propria figlia i propri beni.
I comportamenti di Carla Scena, a detta del prof.Alessandro Vanno, evidenziano una malattia mentale grave che tante sofferenze provocano nella innocente giovane adolescente Laetitia Theodora Vanno, raggiungendo il loro apice nel 2005, il 29 dicembre. Alle ore 16.30 circa, detta signora telefono’ alla scrivente Procuratrice Generale sul suo telefono cellulare personale, dimostrando quindi di sapere sempre e comunque come ed in che modo comunicare con il padre di Laetitia, avvertendo che si trovava in Svizzera e stava viaggiando su di un treno nelle prossimità di Friburgo con la figlia Laetitia Theodora e che avrebbe raggiunto l’aereoporto internazionale di Ginevra verso le ore 17,30 per poi prendere un volo diretto a Roma.
La Scena, per il tramite della scrivente, invitava il prof. Vanno ad incontrare « in aereoporto » la propria figlia che non vedeva da ben circa 6 anni, incontro fortemente voluto anche da Laetitia !
L’incontro avvenne casualmente, poiché la Scena aveva rifiutato d’indicare un luogo ed una ora precisa, ad esempio il « desk » Alitalia. Il commovente incontro tra padre e figlia avvenne anche alla presenza della figlia maggiore della Carla Scena : Francesca Toscanelli e della scrivente e Procuratrice.
La durata di tale incontro fu di appena 20 minuti, quando avrebbe potuto durare molto piu’ a lungo, se vi fosse stata una civile ed umana volontà da parte della Scena. Il prof. Vanno, negli anni, aveva ripetutamente scritto alla Scena anche a nome della stessa scrivente Procuratrice Generale e moglie del prof.Vanno (con lettere raccomandate) che detta signora, unitamente alla piccola Laetitia Theodora e a chiunque altro fosse alla Scena gradito o che potesse rassicurarla, potevano raggiungere la Svizzera, ovunque le fosse gradito, spesata di ogni bisogno come il viaggio, l’hotel, il ristorante e che a nome della piccola Laetitia Theodora avrebbe ricevuto una carta di credito di mille euro da spendersi per i bisogni della bambina. La Carla Scena, madre definita « esemplare » dai giudici del Tribunale dei Minori, ha sempre rifiutato le varie offerte e sue varianti, ignorando le proprie responsabilità genitoriali e generando malessere nella figlia.
Il prof. Alessandro Vanno, in considerazione del proprio status giuridico internazionale, assolveva ai propri doveri di padre, spedendo delle somme alla Scena ma sopratutto spedendo a sua figlia una rilevante quantità di beni a lei indispensabili come abiti, scarpe, biancheria intima, soprabiti, camicie, oggetti per la scuola e lo studio, un computer PC completo di ogni dettaglio, stampante e scanner compresi, come anche una serie di lettori DVD, CD, televisori portatili, apparecchi elettronici, medicinali omeopatici e biologici estratti da piante, (preferiti dalla Scena), ivi compresi olii curativi per la pelle, carissimi, per uso personale della stessa Carla Scena, come riferito dalla figlia Laetitia.
Sovente la Scena respingeva i pacchi al mittente e per lo piu’ essi « scomparivano » nel viaggio di ritorno e la Scena rifiutava di dichiarare alle Poste italiane la perdita del pacco, il cui valore doganale e relativo contenuto era sempre denunciato alle poste e dogane svizzere. Quando non vi era la integrale « perdita » dei pacchi e quando essi giungevano restituiti al mittente, risultavano essere stati aperti ed il loro contenuto andato parzialmente « perduto/rubato ».
Il prof. Vanno subiva dei danni considerevoli a causa di questi comportamenti inesplicabili della Scena, danni economici ma sopratutto d’immagine nei confronti della propria figlia, la quale in circostanze diverse e successive dichiarava al padre di non aver mai ricevuto gli oggetti a lei spediti, in particolare i piu’ prestigiosi o cari. Forse la Signora Carla Scena li regalava o li vendeva sottocosto ? Quest’ultima ipotesi sembra la piu’ plausibile, a dire dei colleghi della Carla Scena presso il suo luogo di lavoro al reparto Dialisi dell’Ospedale G.B.Grassi di Ostia Lido, Roma. L’Ufficio Postale Unico di Ostia Lido a Roma, potrà fornire di ogni documento, se richiesto e se la giustizia vorrà responsabilmente attivarsi.
Il prof. Alessandro Vanno, per tentare di superare le difficoltà con la signora Carla Scena, fu obbligato ad inviare i beni destinati a sua figlia Laetitia allo stesso Tribunale dei Minori di Roma, alla Polizia di Stato a Roma ed Ostia in particolare, all’Avvocato Piero Piccinini del foro di Roma, alla direzione Didattica di Ostia, alla scuola presumibilmente frequentata dalla figlia, a varie Parrocchie Catoliche di Ostia e per ultimo agli stessi Servizi Sociali del Comune di Roma e della XIII Ripartizione.
Le autorità pubbliche, sovente, hanno rispedito al mittente i pacchi ricevuti a nome del responsabile del Servizio al quale erano destinati. Ad esempio : direttore dei Servizi Sociali piu’ relativo indirizzo ; Commissario della Polizia di Stato di Ostia e relativo indirizzo. La Polizia di Stato è giunta al punto di rubare un magnifico orologio acquistato (fattura a disposizione) per essere inviato a Laetitia Theodora in occasione della sua prima Comunione, rifiutando la stessa Polizia di dichiarare il peso del collo ricevuto, per determinarne la realtà dei contenuti, registrati in partenza dalle Poste Elvetiche e indispensabili per la copertura assicurativa del dono spedito.
Per interposta persona il prof. Alessandro Vanno è venuto a conoscenza che non solo sua figlia Laetitia Theodora è maltrattata dalla madre ma che la bambina ha espresso la propria volontà, comunicata anche a degli estranei ovvero compagni di scuola e loro parenti, di voler andare a vivere con il proprio padre e di voler attivare l’opzione di questo suo diritto al compimento del proprio 14° anno di età.
L’odierno atto del Tribunale dei Minori di Roma e dei suoi rappresentanti, previene la volontà della minore non avendo ella ancora compiuto il suo 14° anno (27 novembre 2008) ma questo « atto preventivo » nasconde la evidente volonta persecutoria del Tribunale nei confronti di un cittadino italiano la cui unica e vera colpa è di aver creduto che l’Italia è un paese civile, ove vige lo « stato di diritto » e dove le autorità costituite svolgono una opera d’interesse generale a tutela della sicurezza, del benessere e della protezione dei proprii cittadini.
Il caso in essere e la vicenda vissuta dal prof. Alessandro Vanno dimostrano che cosi’ non è, purtuttavia il destinatario del decreto in oggetto, osa sperare che nell’interesse della nazione sia fatta luce sul comportamento degli appartenenti il Tribunale dei Minori di Roma e se e quanta parte costoro hanno, quali complici diretti, di coloro che il prof. Alessandro Vanno ha chiamato in causa ed accusato di essere gli strateghi, i mandanti ed in parte gli esecutori di attentati, stragi e d’innumerevoli morti che la stampa internazionale definisce eufemisticamente « misteri d’ Italia » e che ha costretto la Polizia di Stato a compiere mirabolanti e segretissime azioni per poter portare a compimento l’arresto di pericolosissimi criminali internazionali, notoriamente protetti dall’Arma dei Carabinieri e dai Servizi Segreti Militari e Civili italiani.
Il prof. Alessandro Vanno, contestualmente alla presente opposizione chiede che sia nominato un difensore d’Ufficio in Italia a tutela dei diritti della propria figlia, nella ipotesi che gli organismi internazionali chiamati a difesa dei suoi diritti e dei diritti di Laetitia Theodora, sua figlia, nulla possano, rivelandosi essere il decreto del Tribunale dei Minori di Roma, un artificio giuridico per « attuare la ragion di Stato » e per occultare i « Misteri d’Italia » che tali non sono se non per quella magistratura corrotta che agisce a loro protezione e che, ci si augura nel caso in esame, essa sia messa a tacere ed eliminata definitivamente.
Al Signor Presidente Jean-Paul Costa, della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, il prof. Alessandro Vanno chiede di voler accettare il presente atto, quale denuncia preventiva di abusi ed illegalità traumatizzanti commesse ai danni di una minore indifesa in nome di una legittimità giuridica che l’Italia, notoriamente, non possiede a protezione dei minori e dalla stessa Corte di Strasburgo denunciata da decenni, reiterando la richiesta a che la Corte dei Diritti dell’Uomo accetti dei ricorsi da parte di quanti non hanno la possibilità economica, come l’opposante al decreto, di compiere per anni e decenni dei ricorsi giurisdizionali viziati ed impediti dalla ricordata « ragion di Stato » oltre che da una impossibilità economica.
Sin d’ora, il prof. Alessandro Vanno dichiara di volersi costituire parte civile anche a nome della figlia minore, qualora si dovesse agire penalmente nei confronti di scellerati e corrotti complici, diretti ed indiretti, di illegalità e di gratuite quanto barbare uccisioni d’innocenti, i cui nomi potranno essere semplicemente rilevati dal presente atto, vigendo in Italia la obbligatorietà dell’azione penale e della eguaglianza di tutti i cittadini avanti la legge.
Il prof. Alessandro Vanno, è disposto ad accettare degl’interrogatori in Svizzera, in ambiente garantito sicuro, negando sin d’ora ogni sua disponibilità a rientrare in Italia, temendo giustamente per la propria vita e per eventuali vendette trasversali, attuate dallo stesso Stato italiano e dai suoi « Alti Rappresentanti Militari » quali esecutori.
Per ultimo, l’allegata dichiarazione della Neurologa e psicologa, Dottoressa Nicoletta Aapro, di notoria serietà e capacità professionale, la quale descrive e dichiara sotto la propria responsabilità che il trattamento disumano inflitto al prof. Alessandro Vanno da parte dei giudici minorili ha causato allo stesso importanti danni psicosomatici a causa dei quali è sotto cura.
Per tutto quanto sopra detto, la scrivente e Procuratrice Generale si pone a disposizione per la consegna di ogni altro eventuale documento.
In fede Manuela Birgit Vanno
In allegato : 1 – Copia Decreto Tribunale dei Minori di Roma
2 – Copia Documento Consolato Generale d’Italia con rifiuto della Svizzera di dichiarare la mia presenza il 18.04.2001
3 – Ministero dell’Istruzione. Rifiuto di accettare i miei pacchi, respinti al mittente, con minacce di azioni giudiziarie
4 – Dichiarazione della Neurologa, Psichiatra e Psicologa Dr Aapro di Ginevra sui danni provocati dal Tribunale dei Minori
5 – Copia Corriere della Sera che pone in evidenza la parità tra figli naturali e legali. Idem c.s. articolo che pone in evidenza le sofferenze inflitte dai Tribunali dei Minori ed i suicidi/omicidi che ne conseguono
Ginevra, 22 marzo 2008

2 commentaires:

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